La torta Philadelphia, salmone e zucca

Dicembre è…zucca!

Chi lo ha detto che a Natale non si può mangiare la zucca? Da quando è diventata una prerogativa di Halloween? Da settembre a febbraio, la zucca dovrebbe essere presente in tutte le tavole almeno un paio di volte di settimana, perchè è ricca di fibre e povera di grassi.

Ma soprattutto per ricordare che siamo tutti un po’ zucche, o ci sentiamo tali almeno una volta nella vita: a prescindere dalla nostra linea, a chi non è mai capitato di guardarsi allo specchio e di vedersi “imperfetto”? La rivoluzione della zucca sta proprio nel comprendere che non esiste la perfezione, che è relativa alla nostra idea della stessa.

E che magari è bello anche essere zucche, inconsapevoli dei pregi estetici, ma ricchi di contenuti. Del resto ce lo insegna anche Cenerentola: una zucca non si disdegna mai! O come ci racconta Matteo Molinari:

Avevo in mente questa storia: una giovane ragazza commerciava in zucche, ma è andata in fallimento perché, passata mezzanotte, si è trovata un banchetto pieno di carrozze. Ma poi ho lasciato perdere.

E come rendere omaggio alla zucca in modo degno e riconoscente, se non dedicarle una ricetta? Sono un LargoBaleno, quindi ovviamente per fare una dedica ritengo necessaria una torta. Questa ricetta si rimanda di generazione in generazione tra noi LargoBaleni, attraverso una storia che ho deciso di raccontarvi.

C’era una volta una zucca: era nata e cresciuta sulla sponda di un fiume, e passava le giornate ad osservare il sole, il paesaggio e tutto ciò che la circondava. Passava nel fiume un furbo salmone, che urlava alla zucca di darsi una mossa, perchè se fosse rimasta sempre ferma ad osservare lo stesso paesaggio, non avrebbe mai visto tutto ciò che il mondo le offriva. La zucca, saggia, lo lasciava passare, e tornava a pensare ed a fantasticare senza dargli risposta. Ogni giorno il salmone tornava a canzonare la zucca, e quella imperterrita rimaneva immobile. Sono passati i giorni; la zucca è invecchiata. E come ogni zucca, prima di marcire, ha deciso di trasformarsi. Il salmone vuole unirsi a lei, perchè ormai si è affezionato, e perchè solo insieme formano la coppia perfetta: l’una riflessiva e ricca di fantasia, l’altro esperto del mondo e sensibile. Ma hanno bisogno del tuo aiuto.

Senza titolo-1Taglia 350g di una zucca, a dadini (o utilizza una una busta di quella già tagliata e surgelata, se sei sensibile). Taglia mezza cipolla bianca: l’evento è triste, c’è bisogno di lacrime nostalgiche dei giorni fiorenti della zucca. Fai soffriggere la cipolla in una padella, e fai ammorbidire la rigida cipolla, aiutandoti con un paio di cucchiai di acqua. Quando è ammorbidita, fai insaporire il salmone affumicato, ed appena si è colorito aggiungi 80g di philadelphia. Spegni il fuoco, e distendi su una pirofila da forno una sfoglia di pasta brisè. In una ciotola unisci il composto di zucca-salmone-philadelphia a due uova sbattute, sale, pepe ed erbe aromatiche (a me piace molto il timo perchè l’ultima cosa che il salmone ha detto alla zucca è stata: t’amo). Versa il composto nella pirofila, sulla pasta brisè, ed abbassane i bordi. Sulla superficie deposita delle sottili fette di scamorza affumicata e lascia cuocere in forno statico per circa 20 minuti a 180°.

 

Risultato? Una torta splendida, con l’amore della zucca e del salmone, la morbidezza del philadelphia e soprattutto la consapevolezza che siamo tutti un po’ zucche, dentro e soprattutto fuori.