Breve guida alle denominazioni dei prodotti alimentari

“Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo rendono noto che il 2018 sarà l’anno dedicato al cibo italiano”.

 

E’ quanto dichiarato sul sito internet del MiPAAF tra le novità portate dal 2018. E’ l’obiettivo cioè che si cercherà di raggiungere durante l’anno appena iniziato, promuovendo le politiche per favorire il “made in Italy”.

Tra i requisiti per favorire il “made in Italy” rientra sicuramente quello di fare chiarezza sulle denominazioni dei prodotti alimentari, sulle quali troppo spesso regna un alone di mistero.

Può capitare infatti che vi venga servito un “Limone di Sorrento…DOP!” quando in realtà è un IGP.

 

 

Le specialità tradizionali garantite (STG)

L’articolo 17 del Regolamento (UE) n. 1151 del 2012 definisce le STG:

“È istituito un regime relativo alle specialità tradizionali garantite per salvaguardare metodi di produzione e ricette tradizionali, aiutando i produttori di prodotti tradizionali a commercializzare i propri prodotti e a comunicare ai consumatori le proprietà che conferiscono alle loro ricette e ai loro prodotti tradizionali valore aggiunto”.

Il nome STG deve indicare un prodotto ottenuto con una pratica tradizionale o da materie prime utilizzate tradizionalmente, e deve essere utilizzato tradizionalmente in riferimento al prodotto specifico o designare il carattere tradizionale del prodotto.

Al termine della procedura, il nome STG viene introdotto nel Registro delle Specialità Tradizionali Garantite.

Stando al Registro aggiornato al 19.12.2017 sono STG italiane: la mozzarella (dal 1998) e la pizza napoletana (dal 2010).

  1. Questo non significa che la pizza napoletana può essere prodotta esclusivamente a Napoli, ma che chi intenda produrre un alimento con tale denominazione segua le regole stabilite nel disciplinare dal gruppo di produttori che ha fatto domanda per l’inserimento del prodotto tra le STG.

 

 

Le denominazioni di origine protetta (DOP)

L’articolo 5 paragrafo 1 del Regolamento (UE) n.1151 del 2012 definisce le DOP:

 “Ai fini del presente regolamento, «denominazione di origine» è un nome che identifica un prodotto:
a) originario di un luogo, regione o, in casi eccezionali, di un paese determinati;
b) la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico ed ai suoi intrinseci fattori naturali e umani; e
c) le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata”.

 

Le DOP italiane al 19.12.2017 sono 170.

Per citarne una per Regione:

Abruzzo: Aprutino Pescarese
Basilicata: Fagioli bianchi di Rotonda
Calabria: Alto Crotonese
Campania: Cilento
Emilia Romagna: Aceto balsamico tradizionale di Modena
Friuli Venezia Giulia: Brovada
Lazio: Canino
Liguria: Basilico Genovese
Lombardia: Bitto
Marche: Cartoceto
Molise: Molise (olio)
Piemonte: Bra
Prov. Autonoma di Bolzano: Stelvio
Prov. Autonoma di Trento: Mela Val di Non
Puglia: Canestrato pugliese
Sardegna: Carciofo spinoso di Sardegna
Sicilia: Arancia di Ribera
Toscana: Chianti classico
Umbria: Farro di Monteleone di Spoleto
Valle d’Aosta: Fontina
Veneto: Aglio bianco Polesano

 

 

 

Le indicazioni geografiche protette (IGP)

L’articolo 5 paragrafo 2 del Regolamento (UE) n.1151 del 2012 definisce le IGP:

“Ai fini del presente regolamento, «indicazione geografica» è un nome che identifica un prodotto:
a) originario di un determinato luogo, regione o paese;
b) alla cui origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità; la reputazione o altre caratteristiche; e
c) la cui produzione si svolge per almeno una delle sue fasi nella zona geografica delimitata”.

Le IGP italiane al 19.12.2017 sono 121.

 

Qual è quindi la differenza tra DOP ed IGP?

La domanda più comune. La risposta generale è che mentre per le DOP l’alimento è interamente prodotto nel territorio di origine, che conferisce la qualità all’alimento specifico stesso, per le IGP è una delle fasi di trasformazione del prodotto che avviene nel territorio indicato, che attribuisce le caratteristiche dell’alimento.

Sperando che questa piccola guida possa esservi utile per acquisti consapevoli verso un cosciente acquisto “made in Italy”, un LargoBalenoso saluto!