#FoodFest18 parte 1

Ci sono eventi che meritano adeguati festeggiati ogni anno, ricorrenze che creano tante aspettative: il compleanno, Natale, il Festival del Giornalismo Alimentare. Ho visto nascere questo Festival, il che mi rende molto simile al pronipote di Pippo Baudo (ma non dirò che l’ho inventato io, perché così non è) ed ogni anno riesco a rimanerne stupito. Come ogni anno ho deciso di raccontarvelo, in chiave “racconto LargoBalenoso”!
Tutto è iniziato con una valigia, un biglietto super economy, un saluto al volo. Ho preso posto nel vagone più sgangherato del treno, armato di libro e di snack vari, ed il tempo è volato. In pratica mi sono teletrasportato dalla stazione di Pisa alla stazione Porta Nuova di Torino (quest’ultima decisamente più bella). Ed è così iniziata la mia avventura al #FoodFest18!

Giorno 1: “sto bene”!

 

 

 

 

Che bella Torino. Bella la stazione, bello il negozio della Lego con la Mole riprodotta con le costruzioni, bello l’accento e girovagare in cerca dell’hotel.
Lo ammetto: quest’anno sono stato un pessimo viaggiatore, perché non ho programmato praticamente niente ed ho prenotato l’hotel negli ultimi giorni cercando di non spendere più di 60 euro a notte. Quindi temevo di finire in una catapecchia con i buchi nel tetto e pessimi albergatori. Invece no, con mia grande sorpresa sono capitato in un hotel dove ad attendermi ho trovato personale col sorriso. Uno di quegli hotel dove ti senti un po’ a casa da subito. Una struttura vissuta, di quelle belle che quasi ti dispiace di calpestarne i mosaici a terra. Una camera comodissima, con tanto di ampi armadi, due scrivanie, un bagno spazioso, una finestra con una bella vista, e soprattutto piccole attenzioni che ti fanno capire che sei finito in un bel posto (una tra tutte: il punto di vista attento all’ecologia che ti raccomanda di lasciare sistemati gli asciugamani puliti e di posare a terra solo quelli sporchi, per evitare il lavaggio ogni giorno di 4-5 asciugamani). E soprattutto wi-fi funzionante ed una delle piazze più belle di Torino (secondo il mio punto di vista) ricordata anche nel nome stesso dell’hotel “Artuà e Solferino”.

Con pochi passi sono arrivato nella zona centrale di Torino, ed annusando l’aria mi sono addentrato nel punto vendita della Lindt. No, non ho comprato cioccolatini. Ho divorato SOLO un muffin al cioccolato, un caffè al cioccolato, un cucchiaino al cioccolato (per soli 3 euro e 50). Lo so, ho tradito la mia filosofia alimentare cedendo ad una multinazionale piuttosto che addentrandomi in un negozio del territorio, MA non avevo pranzato quindi il primo peccato di gola puramente casuale era giustificato. La giornata è proseguita col classico tour/passeggiata di Torino e si è conclusa a M**BUN, lo Slow Fast Food dove ormai ogni anno faccio tappa e dove ho cenato con un panino ripieno di Hamburger di fassone e suino, insalata, pomodoro e toma, accompagnato da un bicchiere di Chardonnay.

Sono tornato in hotel, ed ho iniziato a rispondere ai vari messaggi e chiamate dei parenti. Tutto finiva con il classico “sto bene”. Non so se capita anche a voi, credo che sia normale, ma ogni volta che parto non basta che dica che sono arrivato; devo sempre aggiungere espressamente che sto bene. Come se il mondo si aspetti ogni volta che debba succedere qualcosa di catastrofico, o che debba ammalarmi. E’ un po’ un modo pessimistico di pensare, ma fortunatamente non ha intaccato il mio Festival. STO BENE!

Giorno 2: vuoi fare una collaborazione?

 

 

 

 

Al mattino ho iniziato ad avere paura. Paura di arrivare in ritardo. Paura di perdermi. Paura di trovare a colazione quelle bevande colorate che di solito vengono spacciate per “the” o “caffè” in grandi bidoni che rimangono sempre pieni.

Fortunatamente sono capitato nell’hotel giusto: dolci di vario tipo fatti in casa, frutta fresca, yogurt, cereali, latte, pancakes, marmellate e miele, cornetti, e del reparto salato salumi, toast, pane, formaggi. Insomma il top! E con mia grande sorpresa, seduto al tavolino mi è stato anche portato un caffè espresso direttamente dal bar. Se mai diventerò ricco, cosa improbabile, mi trasferirò a vita in questo hotel.

Non ci è voluto molto per raggiungere il Centro Congressi – Torino Incontra (dove per altro avevo partecipato ad un pranzo super imbarazzante ad una edizione del Festival qualche anno prima). Armato di una super shopper ripiena di tanti prodotti locali, ho seguito gli eventi più svariati. Ho sentito parlare di tante cose interessanti, dalle politiche alimentari per il futuro prossimo, al concetto di cibo italiano, alla sicurezza che il made in Italy può (o meno) rappresentare, al food writing ed ai c.d. nuovi lavori freelance (che ormai diciamocelo: così tanto nuovi non sono più!).

La pausa pranzo-peruviana a cura di Roxana Rondan, chef presidente dell’Associazione gastronomica peruviana di Torino, senza dubbio fuori dal comune, che ha arricchito questa edizione del Festival con uno sguardo al Mondo.

Ma se c’è una cosa degna di nota è stata l’esperienza di colloqui B2B tra noi blogger-comunicatori-giornalisti con le aziende del territorio per eventuali collaborazioni. Mi sono iscritto la mattina stessa, occupando uno degli ultimi posti disponibili, più per curiosità che altro. E devo dire che è stata una esperienza molto interessante, per quanto a tratti sconvolgente (come non pensare al film horror “Saw l’enigmista” ed a Jigsaw che ti chiede “vuoi fare una collaborazione con me?)
E’ stato interessante ritrovarmi a parlare con delle aziende, scoprire il loro mondo, indossare per una volta i panni di “esperto” della comunicazione. Ecco, è stato bello proprio comunicare con persone sconosciute, ed essere accolto nella loro realtà. Ma devo ammetterlo, il mondo è bello perché è vario. Tanto dalla parte dei blogger-comunicatori-giornalisti, quando dalla parte delle aziende.
Quello che mi è stato proposto ad uno di questi incontri, è essenzialmente ciò che viene rinfacciato a noi food-blogger. Ovviamente ho rifiutato, per buon senso e per mantenere intatta la mia “dignità” di blogger. Perché non siamo tutti in cerca di prodotti da recensire obbligatoriamente in modo positivo. E rivendico con orgoglio di non mercificare la mia scrittura.

Il primo giorno di Festival è stato comunque stupendo, e credo fermamente che aver inserito i B2B in questa sezione non possa che far bene, se non altro per far circolare le storie (una bella storia ve la racconterò nel prossimo post).
Ed è stato stupendo poter conoscere anche bella gente, perché come vi dicevo siamo in tanti. E sfatiamo anche il mito per cui tra blogger ci odiamo a vicenda e ci invidiamo. Esiste anche quella parte, ma non tutti siamo così.
Ho conosciuto comunicatori super simpatici ed interessanti, con cui mi sono sentito subito affine. Come Elisabetta di #IFeelBetta, che ho sempre seguito sul suo blog (https://ifeelbetta.com/) e sulla sua pagina Instagram (@elisabettapend) e che conoscere dal vivo è stato strabello! O come Alessandra della Gazzetta del gusto (http://www.gazzettadelgusto.it/) con cui ho condiviso tanti momenti in questo Festival, comprese le storie su instagram, una delle cose più intime per un foodblogger del 2018 (a proposito, seguitela @forchetta_stilografica). Ma è stato anche bello ritrovare le amiche della Rete del Festival e gli organizzatori <3

Ecco, tutto questo amore dovete immaginarlo riunito intorno ad una tavola, da Fiorfood, a scoprire le ricette salva spreco di Veronica Geraci (IG: @veronicageraci), non solo bravissima cuoca, ma una vera e propria comunicatrice del cibo, in grado di coinvolgere con le curiosità e le storie ai più (tra cui me) sconosciute, con la musica a tema di Cocina Clandestina e Tasta la notizia!
Crostini di pane di sesamo con burro agli agrumi e alici; supa misunà; ciambellone uova, biscotti recuperati e burro; alternati a selfie con la mia amica Rasdora (IG: @unarasdorasingleincucina) ed a tante risate. Nonché ad uno pseudo karaoke da far tremare persino Fiorello!

Giorno 3: “purtroppo sono blogger anche io”

Il terzo giorno ho iniziato a correre per Torino. Perché? N E V I C A V A !! Un LargoBaleno è pronto a tutto nella vita, ma non alla neve che cade dal cielo naturalmente. Ero emozionato come un bambino di sei anni, che nonostante le raccomandazioni della madre corre sotto alla neve perché “broncopolmonite non ti temo”! Ecco, forse avrei dovuto immaginare che arrivare al centro congressi ricoperto di neve, in stile Yeti, non sarebbe stato molto conveniente, ma ormai mi conoscete e sapete che per me l’apparenza conta zero.

Devo ammettere che i primi panel della giornata hanno ridimensionato il mio entusiasmo. Sono tornati i vecchi stereotipi sul mondo dei blogger (un giornalista ci ha definiti addirittura giovani e quindi ignoranti). La cosa brutta è stata che i blogger al tavolo dei relatori non si sono scomodati a spendere qualche parola contro questi pregiudizi ed anzi abbiamo dovuto sopportare anche chi apriva il proprio discorso con un rammaricato “purtroppo sono blogger anche io”. Bene, le disgrazie nel mondo sono altre, sapevatelo! E nessuno vi obbliga ad avere questa passione.

Molto più interessante il panel sull’enoturismo, con le esperienze dei produttori e di chi insegna marketing e comunicazione in un sistema tanto complesso. In particolare un plauso a Luca Aimasso, dell’Azienda “Fratelli Aimasso”, che ha saputo farci sorridere ed apprezzare il mondo del vino e di un’azienda fondata negli anni ’30 che non si accontenta della sua storia e cerca sempre di rinnovarsi, senza trascurare la tradizione.

Altrettanto interessante il panel in cui la Pubblica Amministrazione ha raccontato la propria esperienza sui social, in particolare in ambito alimentare. Lo so, nessuno lo riterrebbe interessante solo dal titolo perché può sembrare un panel accademico, ma un po’ l’esperienza di Francesco di Costanzo a moderare, un po’ il modo giovane di raccontare la Pubblica Amministrazione, scomodando anche Alessandro Borghese, volto della campagna #NoPanic fatta dal Ministero dell’Istruzione per rendere meno pauroso l’esame di maturità 2017, hanno reso l’evento piacevole.

E poi le novità deontologiche legate al giornalismo alimentare, vere e proprie sfide, come quella di modificare la legge sull’editoria che con 54 anni di età risulta oggi poco rappresentativa ed idonea, come sottolineato da Elisabetta Cosci, vice presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che ha parlato della commissione interna all’ordine dei giornalisti per stilare le linee guida da inviare in Parlamento come consiglio per la riforma.

Ma se mi chiedessero qual è stato il mio panel preferito non potrei che menzionare quello dal titolo “Il cibo veicolo di integrazione”. Un panel molto interessante nella realtà attuale, in cui il tema del diritto all’alimentazione e della sicurezza alimentare è stato coniugato con l’integrazione: la pizza e la pasta si sono trasformati in mezzi per accogliere ed integrare rifugiati politici. E’ la storia del Comune di Chiesanuova, del progetto “Nati per soffriggere” dello chef Kumalè, e di tante altre esperienze magiche.

Ecco perché mi fa arrabbiare sentire qualcuno dire con tanta supponenza “PURTROPPO sono blogger”: perché denigra ed oscura chi lo fa in modo positivo, e getta fango (involontariamente forse) sulle belle storie che ogni giorno fanno di noi degli uomini migliori.

Che mondo sarebbe senza caffè?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come ad ogni serie di convegni, il caffè è l’argomento principale, il tuo confidente, il sogno proibito. Lo è stato un po’ di tutti, ma non tutti hanno accettato la sfida di accantonare per una volta l’espresso classico. Io mi sono addentrato volentieri nella Costadoro Experience per assaggiare una serie di caffè filtrati, ed in particolare uno filtrato a caldo, uno filtrato a freddo. Che dire? Non è l’espresso, è qualcosa di diverso. Non posso dire se più o meno buono. E’ diverso, e buono. Ma soprattutto in grado di rappresentare una storia ed una cultura diversa, a partire dal metodo di macinazione del caffè, al versarvi l’acqua (non bollente, tra gli 88 ed i 94 gradi) secondo un movimento a spirale. Bravissimi i ragazzi e le ragazze di Costadoro a raccontare tutti i procedimenti. Un’esperienza da provare!

 

 

Rimanete collegati per la seconda parte del #FoodFest18! Per il momento vi lascio qualche contatto:

♛ Sito web del Festival del Giornalismo Alimentare: http://www.festivalgiornalismoalimentare.it/it/

♛ Sito web dell’Hotel Artuà e Solferino: http://www.hotelartuasolferino.it/

♛ Sito web M**BUN: http://www.mbun.it/

♛ Sito web “Chef Kumalè”: http://www.ilgastronomade.com/


 

1 Comments

  1. Nanni, un bellissimo articolo, riga per riga stavo per frignare dai piccoli- grandi ricordi ed annuivo mi contrariavo con te, è stato bello leggere anche di tutto ciò che hai fatto (e mangiato) mentre non si era nelle vicinanze (molto probablimente perché ero A DORMIRE) e conoscere attraverso di te l’esperienza del festival. Come sai sono d’accordo su tutto… sarà forse perché noi poracci blogger abbiamo anche delle opinioni? Purtoppo (o per fortuna? ) sentiamoci eh

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